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Overeaching e Overtraining: quando il troppo stroppia…

Oggi cercheremo di capire la differenza tra tanto e troppo…


Per fare questo dobbiamo innanzitutto capire quali sono i meccanismi alla base dei miglioramenti indotti nel corpo. Senza fare in questo ambito discussioni troppo verbose (per le quali si rimanda alla diffusa letteratura disponibile), l’allenamento induce sul nostro corpo uno stress a cui non è abituato: il nostro fisico reagisce, durante il riposo, con la cosiddetta “supercompensazione”, cioè quel fenomeno con cui, memore delle fatiche precedenti, si organizza per subirne altre altrettanto stressanti. Questo comporta dei cambiamenti, tra cui un accumulo maggiore di riserve energetiche di pronto uso (glilcogeno) e un incremento muscolare (se vengono fornite adeguate risorse alimentari). Nei successivi allenamenti, aumentando gradualmente il carico di lavoro, prosegue questo fenomeno di “miglioramento incrementale”.


Tutto bene quindi? In linea di massima sì, sempre che ci ricordiamo che l’allenamento è qualcosa che il nostro corpo vive come una minaccia; fosse per lui ci vorrebbe calmi e rilassati ad accumulare riserve per l’inverno…:-)


Ora, quando noi iniziamo a vedere i cambiamenti indotti dall’allenamento, e ci prendiamo gusto, non è detto che ci ricordiamo quanto sopra, e soprattutto ci dimentichiamo le altre due componenti fondamentali, riposo e alimentazione (senza le quali è inutile affannarsi più di tanto).


E qui può scattare la differenza tra “tanto” e “troppo”: il “troppo”, se protratto nel tempo, ci può portare alla cosiddetta Sindrome da Overtraining.


In tali situazioni si hanno dei sintomi tipici non solo in termini di calo di prestazione, ma anche a livello di qualità del sonno, di scarso appetito, di depressione, irritabilità, ipertensione, oltre ad un basso livello delle difese immunitarie.


Le cause della sindrome sono al momento in fase di studio e variano da aspetti ormonali, immunitari, metabolici.

Spesso l’Overtraining è preceduta dall’Overreaching, che può essere considerata la sua “anticamera”: il ritorno alle condizioni normali dall’Overreaching, una volta rimosse le cause, ha una durata minore.


Come evitare l’overtraining?


Innanzitutto dando uguale importanza ad allenamento, riposo ed alimentazione; si scoprirà che in tali casi i risultati sono molto migliori di quanto avviene privilegiando l’allenamento a scapito delle altre componenti…


Inoltre cerchiamo di ascoltare il nostro corpo, e non eccedere a tutti i costi…se iniziamo a rilevare dei cali di prestazione, o anche solo la loro stagnazione (il cosiddetto “plateau”), o iniziamo ad accusare qualcuno dei sintomi elencati sopra, chiediamoci se forse non stiamo chiedendo troppo a noi stessi (in generale o per quel dato periodo).


Bibliografia


Pasini E., La sindrome da overtraining, Strenght & Conditioning, Anno 2, Numero 6, Settembre-Dicembre 2013, pagg. 11-16


Meeusen R, Duclos M, Foster C, Fry A, Gleeson M, Nieman D, Raglin J, Rietjens G, Steinacker J, Urhausen A; European College of Sport Science; American College of Sports Medicine; Prevention, diagnosis, andtreatment of the overtraining syndrome: joint consensus statement of theEuropean College of Sport Science and the American College of Sports Medicine; Medicine & Science in Sport and Exercise 2013 Jan;45(1):186-205.

Kreher J.B, Schwartz J.B.; OvertrainingSyndrome - A Practical Guide; Sports Health, Mar 2012; 4(2): 128–138.

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